Panorama – Il re della pelle sintetica apre in Vietnam
Coronet investe 20 milioni di dollari in un nuovo stabilimento. E diventa così il primo produttore mondiale.
Nel 2005 aveva intuito che la produzione di calzature a basso costo si sarebbe sposata dall’Europa alla Cina e per questo partì con la delocalizzazione nel Guangdong. In questi giorni, in- vece, è reduce da un tour de force in Vietnam dove a 100 chilometri da Ho Chi Minh City ha inaugurato uno stabilimento da 15 mila metri quadrati.
Perché un decennio dopo Enrico De Marco, il re della similpelle, non ha dubbi: la frontiera produttiva per la sua Coronet si sposterà sempre di più dal Paese del Dragone a questa nazione emergente, che cresce a un tasso annuo del 7 per cento ed è al centro di un’importante area di libero scambio. «Ormaiin Cina la manodopera scarseggia e i salari stanno aumentando velocemente: per questo multinazionali come Coach e Clarks stanno spostando i loro investimenti in Vietnam e noi siamo al loro fianco» conferma De Marco, che ha scommesso 20 milioni di dollari sul progetto vietnamita, facendo diventare Coronet il primo produttore mondiale di pellame sintetico con 30 milioni di metri quadri prodotti.
«Il 2015 sarà un buon anno per noi grazie alla forza del dollaro e del renminbi, ma anche perché la crisi sta colpendo i nostri competitor, soprattutto quelli che non hanno diversificato all’estero» sottolinea De Marco, che nonostante sia presidente onorario è ancora il motore del cambiamento in azienda, dov’è affiancato dal figlio Umberto, presidente, e dall’amministratore delegato Jarno Tagliarini, mentre la figura chiave in Cina e ora in Vietnam è Paolo Battilana.
Ma l’internazionalizzazione non ha cambia- to la matrice italiana di Coronet. Oltre alla ricerca che è sempre svolta nello stabilimento di Velletri (Roma), anche il 90 per cento del semilavorato principale della pelle sintetica prodotta in Cina e Vietnam continua a essere realizzato da Coronet Italia, un modo per mantenere costante la qualità del prodotto finito e inalterato l’appeal del made inItaly ma a costi più contenuti.
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